Ade è forse la figura più sfuggente del pantheon greco classico: pochi miti lo riguardano e per lo più lo si conosce oggi per la sua comparsa, in entrambi i casi nel ruolo di cattivo, in due film di ispirazione mitologica molto diversi tra loro, vale a dire Percy Jackson e Scontro tra Titani, usciti nel 2010. In questa pagina tratteremo esclusivamente del dio greco e non delle sue attualizzazioni o trasformazioni in epoche successive.
Per capire chi sia questo dio, cominciamo dal suo nome: l'etimologia più diffusa ci dà come significato "Invisibile". In effetti, al di là dell'elmo che i ciclopi gli donarono quando con Zeus e Poseidone combatté i titani, Ade è, mitologicamente parlando, invisibile. Pochi sono i miti che lo riguardano, il suo nome viene usato anche e soprattutto per indicare il regno stesso dei morti. Per indicare il dio, spesso invece di pronunciare chiaramente il nome Ade, si usano degli epiteti, come Plutone, che significa il ricco. Da non confondere con Pluto, divinità della ricchezza.
Ade compare pochissime volte nel mito come personaggio attivo: praticamente soltanto nel rapimento di Persefone, raccontato in modi diversi da diversi autori antichi. Per il resto compare in qualche discesa degli eroi nell'Ade, si innamora di qualche ninfa, come Menta e Leuce, la prima trasformata in menta da Persefone per gelosia e la seconda in un pioppo bianco da Ade stesso e posta nei campi Elisi. A volte concede l'uso del proprio elmo che rende invisibili a dei ed eroi; altre volte lo vediamo lamentarsi con Zeus dell'eccessivo andirivieni dall'Ade di cui è custode, come quando Asclepio aveva preso a richiamare in vita i morti.
Nei miti, Ade non agisce mai solo. Anche quando rapisce Persefone, gli è concesso da Zeus. E' Zeus che fulmina Asclepio che porta via troppe persone dal regno dei morti, infrangendo quell'equilibrio di cui Ade è garante, in quanto custode delle porte del regno dei morti, come ci dice l'attributo di Pulartes, guardiano della porta, che gli viene attribuito nell'Iliade e nell'Odissea.
Gli attributi e le immagini di questo "invisibile" dio ci dicono ancora qualcosa di lui. Sappiamo che veniva rappresentato piuttosto simile a Zeus e Poseidone, con capelli ricci e barba; Zeus si distingue per la folgore, o per l'aquila; Poseidone ha sempre il tridente; Ade ha invece l'elmo, che in greco è detto kunee, parola che ha la stessa origine della parola "cane": l'elmo ha la forma infatti di una testa di lupo o di cane e qualche studioso ha ipotizzato che inizialmente Ade fosse un dio zoomorfo, cioè con forma di animale. Quest'ultima però mi sembra un'ipotesi troppo influenzata dalla figura del dio egiziano Anubi, perché non abbiamo altre corrispondenze note nella religione greca; non è chiaro perché poi proprio Ade rispetto agli altri dovrebbe aver conservato la caratteristica della zoomorfia, che non si osserva in altri Dèi della stessa generazione. Altre volte Ade si distingue dagli altri perché rappresentato accanto a Cerbero, il cane a tre teste, oppure con delle chiavi o addirittura con una cornucopia. E' rappresentato con Persefone più spesso che non da solo e soprattutto nei pinakes, tavolette provenienti da Taranto e dalla Magna Grecia in generale, è accanto a lei e con una cornucopia in mano. Erano considerati a lui sacri la menta, il cipresso, l'asfodelo e il pioppo bianco.
Nell'Iliade viene invocato battendo le mani sulla terra; nell'Odissea a lui e a Persefone vengono sacrificati un ariete e una pecora neri e chi compie il sacrificio compie il gesto rituale di girare il volto per non guardare. Nell'Elide c'era un suo tempio, che veniva aperto una volta all'anno, ad Atene invece il suo tempio era nel terreno delle Erinni. Ci sarebbe molto da discutere sul legame tra Ade, dio del mondo dei morti, e le Erinni, soprattutto ad Atene dove le Erinni erano chiamate anche Eumenidi (in greco significa benevole) e legate, come ci racconta la tragedia di Eschilo, alla pena inflitta dal tribunale. Il tempio di Atene era in "condominio" con Hermes, che aveva anche il compito di portare le anime fino allo Stige, e con Gea, la terra; qui chi era stato assolto dal tribunale ateniese dell'Aeropago ringraziava gli dei. Ovviamente era invocato nei riti funebri e nella negromanzia e a lui si attribuivano anche i sogni in cui si ricevevano messaggi dai defunti. Strabone invece ci racconta di un santuario di Ade e Persefone nella Caria dove i due dei erano invocati come guaritori e si praticava l'incubatio, una pratica diffusa in diverse religioni antiche che consisteva nel dormire in un recinto sacro per riceverne sogni guaritori.
Ade è chiamato talvolta Zeus Katachtonios, cioè Zeus ctonio o sotterraneo, aumentando la confusione: Ade è la controparte sotterranea di Zeus, o in alcune versioni del mito è Zeus stesso che prende il posto di Ade? Secondo gli Orfici è Zeus che, travestito da Ade, mette incinta Persefone che partorisce poi le Eumenidi e Melinoe. A legarlo ancora di più a Zeus c'è il mito della distribuzione delle sfere d'influenza fra i tre fratelli, che secondo l'Iliade avviene tirando a sorte: ad Ade tocca "il regno delle nebbie e dell'oscurità", a Zeus il cielo, a Poseidone il mare, mentre l'Olimpo e la terra rimangono sotto l'influenza di tutti e tre. E' quantomeno curioso il fatto che per descrivere il regno di Ade non si accenni alla sua posizione sotterranea, ma lo si descriva con due fenomeni atmosferici, l'assenza di luce e la nebbia.
Questo potrebbe essere certamente un modo poetico di descrivere cose che è meglio non nominare: i greci infatti non avevano una visione felice dell'oltretomba, che nei tempi più antichi era descritto come un posto putrido, dove le ombre dei defunti vagavano senza più memoria. I campi elisi e le visioni dei culti misterici vengono più tardi: per i Greci non poteva esserci felicità senza vita e quindi anche se le ombre non venivano punite nel Tartaro, riservato a chi aveva commesso le colpe più gravi, indipendentemente da quello che avevano fatto in vita avevano tutte lo stesso triste destino. Ma il modo in cui Omero descrive il regno toccato ad Ade potrebbe anche essere un indizio del modo di pensare ad Ade.
Anche se è così legato a Zeus, di certo si differenzia da lui per il numero di figli: pochissimi sono quelli noti di Ade e anche quei pochi non sono mai certi o gli sono attribuiti da una tradizione particolare, come quella Orfica che però fa di Ade solo un alter ego di Zeus: negli inni orfici Zeus ctonio (cioè sotterraneo, identificato con Ade come detto poco fa) è padre delle Erinni, che nella tradizione classica più nota nascono invece dalle gocce di sangue di Urano evirato da Crono, e di Melinoe, una divinità dell'oltretomba nel culto orfico, più tardi identificata con Ecate. Ade stesso è ovviamente legato ai misteri, sia orfici che eleusini, dato il rilievo che il passaggio finale, la morte, ha in questo tipo di culti.
Nonostante il suo legame con la morte e il suo regno così impalpabile è soprannominato "il ricco", anche per il suo legame con i metalli del sottosuolo, e abbiamo detto che viene talvolta rappresentato con un corno dell'abbondanza. Dunque, pur non essendo un dio della generazione in senso stretto, Ade è in qualche modo dio del nutrimento che deriva da una terra fecondata con sostanze organiche ‘morte'. Il suo essere guardiano di una porta, la porta del regno dei morti, lo lega al ciclo della natura, al passaggio in cui ciò che è morto non torna indietro così com'era, ma può dare nutrimento a ciò che vive e diventa comunque una ricchezza: in questo senso possiamo reinterpretare anche il mito di Persefone, al di là delle interpretazioni sociologiche e psicologiche più o meno moderne, come un mito di trasformazione di ciò che muore in nutrimento per la continuazione non di una vita ma della vita in sé.
Adattamento dell'episodio di Fontes del maggio 2010
Manuela Simeoni
La riproduzione dei contenuti del sito, qualora non espressamente indicato, è permessa a condizione di citare il sito ed eventualmente l'autore del brano citato. Per ulteriori informazioni: info@giornopaganomemoria.it