Diverse sono le teorie e le scoperte che, nate in altri campi scientifici, hanno in realtà contribuito e ancora contribuiscono alla rinascita e alla costruzione di una coscienza pagana al giorno d’oggi. Tra queste la psicanalisi di tipo junghiano, che più di quella freudiana si è prestata a riportare tra noi, e in vita, le figure degli Dèi. Non a caso, Karoly Kerenyi fu amico di Jung e con lui scrisse i Prolegomeni allo studio scientifico della mitologia (nell’edizione italiana tradotto da un altro studioso del politeismo, Angelo Brelich). Kerenyi è forse uno degli autori più letti da chi si vuole avvicinare al paganesimo, inteso come rivitalizzazione delle religioni classiche, oggi; assieme a lui anche James Hillman e Ginette Paris, entrambi di formazione junghiana, entrambi autori altrettanto importanti.
Senza voler qui commentare per esteso le teorie psicanalitiche junghiane, per le quali non basterebbe una pagina web, vediamo le loro caratteristiche, quelle che più hanno permesso agli Dèi di tornare a farsi spazio nella vita quotidiana.
Per prima cosa la questione della libido: Freud ha fatto della libido la pulsione sessuale al centro della vita psichica dell’individuo. Al centro della psiche c’è insomma la sessualità; Jung, in contrasto con Freud, include nel concetto di libido non solo la pulsione sessuale, ma tutte le pulsioni, anche di varia natura, verso qualcosa. Non tutti gli istinti dell’uomo, insomma, ruotano attorno alla sessualità.
Poi c’è la questione dell’inconscio: secondo Freud era un serbatoio vuoto, riempito dopo la nascita da tutto ciò che il meccanismo di rimozione scartava dalla mente razionale; per Jung invece qualcosa è presente nell’inconscio anche prima, poiché all’inconscio individuale si affianca un inconscio collettivo, una memoria della specie umana da cui deriverebbero gli archetipi, dei modelli simbolici.
Certamente rispetto a questi due tratti la ricerca sia psicanalitica che scientifica e biologica è andata avanti: oggi sappiamo che molte cose attribuite inizialmente alla natura o al genere sessuale sono invece dovute all’educazione o comunque all’atteggiamento dei genitori, e che questo si trasmette non solo al bambino ma anche al feto. Anche Jung come altri autori va considerato con cautela, nello sviluppo del percorso pagano, ma questo vale per tutti. Vale ad esempio per Georges Dumezil, un altro autore fondamentale per i pagani moderni, che scrisse in un’epoca in cui storici ed archeologi erano convinti che l’India e la civiltà sanscrita fossero l’origine delle civiltà europee. Al momento di scrivere questa pagina, nel 2011, ricorrono il 25mo anniversario della morte di Dumezil (cui il Giorno Pagano Europeo della Memoria dedicherà parte delle attività dell’anno), e anche il 50mo della morte di Carl Gustav Jung.
Jung ha quindi dato il suo contributo al risveglio della coscienza pagana fornendo alcuni strumenti che hanno permesso di sviluppare un’idea di paganesimo che non fosse quella voluta dal monoteismo: inserendo nel concetto di libido non solo le pulsioni sessuali, ma anche le pulsioni di altro genere, compresa la religione, ha in qualche modo rispecchiato l’integrazione che in un pantheon politeista esiste tra figure diverse, mentre l’idea di archetipo, di modello esistente in un inconscio collettivo ha spinto alcuni suoi successori a definire questi archetipi rivolgendosi alla mitologia classica.
L’apparato simbolico del monoteismo è infatti abbastanza povero, al punto che gli Dèi classici hanno conservato un’apparenza di sopravvivenza sotto forma di allegorie in tutta la cultura Europea. Come rappresentare il mare, o il dominio sul mare, o l’acqua in generale, se non mettendo un bel Nettuno su una fontana o davanti alle porte dell’Arsenale di Venezia? Anche Mosè nella Bibbia separa le acque, ma non viene mai preso come allegoria o come simbolo del mare o simili; secondo la logica religiosa monoteista, tutto viene da dio, perciò avrebbero dovuto raffigurare dio per rappresentare la terra, per rappresentare il mare ecc… ma questo non sarebbe possibile, perché il dio monoteista non è il mare. I santi cristiani, pur essendo spesso inventati o utilizzati per eliminare divinità pagane o assumerne le funzioni, non hanno mai avuto tanta presa sull’immaginario delle persone quanta ne hanno le divinità pagane.
Per questo motivo alcuni junghiani, per rappresentare o descrivere le pulsioni della psiche umana, si sono rivolti alle religioni classiche. Karoly Kerenyi si applicò soprattutto all’interpretazione del mito: il mito non più considerato come una spiegazione primitiva di fenomeni naturali o un modo per guadagnare potere sulle persone. Ma ad avere sviluppato le teorie junghiane in un modo che si adatta alla rinascita di una coscienza pagana, cioè alla rinascita di un modo di vivere il paganesimo e non ad una lode intellettuale, sono soprattutto James Hillman e Ginette Paris.
James Hillman ha scritto: "La complessità politeistica greca allude alle nostre complicate e inesplorate situazioni psichiche" nel Saggio su Pan; nei suoi scritti si è concentrato sugli archetipi, spesso espressi fin dal titolo dei suoi libri da figure della mitologia greca: oltre al Saggio su Pan, ricordiamo il più recente La giustizia di Afrodite, che si apre addirittura, alla maniera classica, con un’invocazione alla dea.
Ginette Paris come Hillman propone il mito come specchio della psicologia. Nei suoi scritti, tradotti in italiano con il solito ritardo rispetto all’edizione in lingua originale, c’è anche la confutazione del monoteismo. L’autrice ha fatto parte di movimenti femministi ed ecologisti e ha ritrovato queste idee nel politeismo greco. In italiano sono reperibili La grazia pagana, Hermes e Dioniso e La rinascita di Afrodite.
In altre pagine pubblicheremo una bibliografia, almeno essenziale, di questi tre autori, assieme a quella di altri che, nel ‘900, hanno dato il loro contributo alla rinascita di una coscienza pagana nel mondo moderno.
Manuela Simeoni
30.01.2011
La riproduzione dei contenuti del sito, qualora non espressamente indicato, è permessa a condizione di citare il sito ed eventualmente l'autore del brano citato. Per ulteriori informazioni: info@giornopaganomemoria.it