O Dèi, possano le sventure che colpiscono talvolta la mia parte mortale
non abbattermi, vedendo che è immortale
la mia anima, separata dalla parte mortale, perciò divina.
Che quante difficoltà vi sono presso gli uomini, possano
non sconvolgere per niente me che esercito la libertà,
e che per una cattiva apparenza io non sia schiavo dei bisogni.
Una volta che mi capiti di agire per amore del bello,
possa io non risparmiare la mia parte mortale, ma in quanto immortale
la mia anima sia ritenuta essere la parte migliore, sempre oggetto di cura.
Giorgio Gemisto Pletone
Traduzione di Manuela Simeoni
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