Giorno Pagano Europeo della Memoria

IL PAGANO ALLA RICERCA DELL'INFORMAZIONE: A COSA SERVE REPERIRE L'INFORMAZIONE

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Sommario

 

Perché dovrei imparare le basi teoriche della ricerca dell’informazione?

Chiedersi l’utilità della ricerca dell’informazione, di qualsiasi informazione, potrebbe sembrare a prima vista strano, perché è chiaro che se si cerca un’informazione lo si fa per uno scopo ben preciso. Però non sempre può essere altrettanto chiaro lo scopo di una ricerca dell’informazione in generale. Cioè: perché dovrebbe interessarmi imparare come cercare l’informazione in teoria, quando poi posso affrontare i problemi della ricerca ogni volta che ho l’esigenza di farla? Su questo punto entra in gioco anche il fatto di voler presentare queste brevi lezioni sulla ricerca dell’informazione su un podcast pagano come "Ritorno ad Alessandria". Forse nel corso delle trasmissioni, e anche nel corso delle trasmissioni di Fontes, l’ho detto più volte, e lo ripeto: per me un pagano non è una persona che si siede e ascolta una qualsiasi lettura per poi tornare a casa uguale a prima. Per me un pagano è innanzitutto una persona che ha un percorso di ricerca personale, che poi può essere più o meno intuitivo e più o meno razionale, ma comunque una ricerca c’è. Anche il pagano più intuitivo e che segue magari una via di tipo "sciamanico", basata sull’esperienza personale delle divinità nel mondo attorno a lui, avrà prima o poi bisogno di un qualche riscontro informativo. E dal momento che, anche al di là del paganesimo, nella società di oggi abbiamo bisogno di poter ritrovare l’informazione che ci serve, spesso nel tempo più breve possibile, potrebbe non essere una cattiva idea imparare qualche tecnica e qualche nozione che ci aiutino in questo senso. Saper quindi cercare un’informazione è fondamentale per tutti, ma soprattutto per il pagano di oggi che, non potendo contare su un sistema di trasmissione della cultura e della religione che ha scelto, dev’essere autonomo nella ricerca di ciò che gli può servire.

In queste pagine tratteremo essenzialmente di due luoghi dove si può reperire un’informazione: le biblioteche e internet. All’interno di questi due luoghi esistono poi diverse fonti di informazione che dobbiamo saper leggere in base alle caratteristiche peculiari che presentano. Per fare un esempio semplice: un dizionario non è la stessa cosa di un’enciclopedia o di un saggio sull’argomento e se voglio sapere che cosa significa "politeismo" devo guardare nel primo, mentre l’enciclopedia sarà più utile se cerco l’evoluzione del concetto di politeismo nella storia, ma senza volerci spendere troppo tempo sopra, perché magari l’informazione mi serve come complemento ad un altro studio che sto facendo in quel momento e non è l’oggetto vero e proprio del mio studio. Gli stessi luoghi dell’informazione, internet e le biblioteche, hanno caratteristiche diverse. Questo non deve sembrare una banalità, anche se probabilmente appare ovvio, perché quello che possiamo trovare nell’uno e nelle altre dipende per l’appunto da queste caratteristiche, che quindi è meglio precisare prima di procedere con il discorso. Una cosa che però entrambi hanno in comune è che in nessuno dei due può esserci tutta l’informazione possibile: su internet c’è solo quello che viene caricato e nelle biblioteche c’è solo quello che viene pubblicato. A monte c’è sempre una persona che si occupa di divulgare una certa informazione.

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Una differenza tra Internet e le biblioteche: chi ha i materiali più recenti?

La differenza prima tra internet e le biblioteche, quella che per prima viene in mente, è che su internet si trovano le informazioni più recenti e nelle biblioteche quelle che lo sono meno. Questo soprattutto in relazione alla velocità con cui si può aggiornare un sito web rispetto alla velocità con cui si può stampare un libro, e alla facilità con cui chiunque può creare un sito rispetto alle difficoltà presentate dalla pubblicazione di uno scritto. Tuttavia, non sempre questo è vero, e sicuramente non è sempre un vantaggio. Internet è stato spesso presentato come uno spazio di libera espressione per tutti: in realtà neppure questo è del tutto vero, perché a internet accedono solo coloro che hanno le capacità, nel senso di conoscenze e di risorse materiali, per accedervi. Se ci pensate, chiunque può scrivere due righe a mano, almeno nella società di oggi dove l’alfabetizzazione dovrebbe essere diffusa, purché abbia una penna e un pezzo di carta; per accedere a internet occorrono almeno un computer, una connessione telefonica, l’allacciamento ad una rete elettrica, più tutti i programmi necessari a raggiungere il risultato desiderato e le conoscenze necessarie a gestire il tutto. Anche questa può sembrare una banalità e di queste banalità ne leggerete spesso nel corso di queste lezioni, ma sono cose su cui talvolta si riflette troppo poco. Inoltre, ma non voglio che questo venga preso come approvazione della censura, bisogna ricordare che chiunque può pubblicare su internet qualsiasi cosa; attenzione perciò a non considerare valido tutto ciò che c’è sulla rete solo perché si trova sulla rete e quindi dev’essere certamente vero in quanto informazione sfuggita alle maglie del controllo globale. Basta che pensiate alle varie burle o false informazioni che circolano, da quella dei gattini fatti crescere in bottiglie di vetro a quella che ogni tanto si ripresenta, che l’associazione Ellinais in Grecia avrebbe ottenuto dallo stato il riconoscimento della religione pagana ellenica.

Per tornare alla differenza tra internet e la biblioteca, non sempre possiamo essere sicuri che le informazioni che si trovano su internet siano le più recenti. Mentre per un libro possiamo verificare la data di pubblicazione, che quindi ci permette di capire quanto vecchio sia quel testo, per un documento sulla rete spesso possiamo verificare la data di caricamento, ma non quella in cui l’informazione è stata effettivamente scritta. Nelle biblioteche invece si trovano due categorie di materiali che hanno di norma un grado diverso di aggiornamento: le monografie e i periodici. Sono due termini tecnici che torneranno utili quando vedremo i cataloghi delle biblioteche. Monografie è un termine tecnico con cui si indicano i libri, saggi o romanzi che siano, ma comunque con una conclusione determinata: sappiamo in pratica di quanti volumi sono costituiti (può essere uno soltanto, oppure possono essere più volumi, come un’enciclopedia); periodici o seriali è il termine tecnico con cui si indicano le riviste e i giornali, che di solito sono composti di diversi articoli relativi a vari argomenti, magari attinenti ad una certa materia. Di solito i periodici sono i più aggiornati e su di essi facciamo conto per le notizie più recenti, così come alla mattina leggiamo il quotidiano del giorno. In campo scientifico ad esempio si pubblicano molti periodici e meno monografie, che richiedono un lavoro maggiore di stesura e perciò impiegano più tempo ad uscire. Anche per questo motivo molti periodici si vanno trasferendo su internet, che come abbiamo detto, ha tempi molto più rapidi di aggiornamento.

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Altre differenze tra Internet e biblioteche

Avere informazioni recenti è indubbiamente un vantaggio, ma alcune ricerche richiedono invece l’accesso ad informazioni meno recenti. Ad esempio potrebbe interessarci vedere come venivano raccontati i miti greci e quali miti venivano raccontati negli anni ’20, per fare un confronto con i racconti di mitologia di adesso, ma sulla rete è difficile trovare qualcosa che non sia più di qualche riga sull’argomento. Sulla rete infatti quando si aggiorna una pagina si elimina automaticamente la versione precedente: è come se avessimo scritto un testo di mitologia greca sulle pagine di un testo analogo degli anni ’20. Questo è quello che avveniva quando alcuni codici, cioè volumi manoscritti dell’età tardo-antica e medievale, venivano cancellati per riutilizzare la pergamena su cui erano scritti. Capite quindi che in certi casi può esserci una perdita anche importante e che il ruolo delle biblioteche nel conservare è per questo importante.

Biblioteche e internet differiscono anche per il materiale che vi si trova e per come lo si usa: ormai anche nelle biblioteche, soprattutto quelle più moderne come alcune biblioteche comunali, si possono trovare videocassette, cd e cdrom, ma abbiamo bisogno di un’attrezzatura supplementare per poterli utilizzare. Sulla rete, al contrario, testi scritti, video e files audio convivono più facilmente e abbiamo bisogno soltanto dello stesso computer che già utilizziamo per accedere alla rete. Sempre più spesso la rete ci permette poi di essere noi stessi produttori di contenuti simili, ma di questo ci occuperemo meglio nelle ultime lezioni in cui parleremo della trasmissione dell’informazione.

Anche il grado di approfondimento degli argomenti è in genere diverso: poche persone sono in grado di leggere testi molto lunghi davanti ad uno schermo e di conseguenza la rete tende a dire "non tutto ma di tutto", cosa che potrebbe essere utile, anzi senz’altro spesso lo è, ma che potrebbe alla lunga diventare limitante per l’arricchimento delle nostre conoscenze. C’è poi il rischio che si perda la capacità e soprattutto la voglia di leggere testi lunghi: sono sempre di più quelli che chiedono di spiegar loro cos’è il paganesimo o altri concetti filosofici e specificano "senza spendere troppe parole" o "in poche righe". Al di là della pretenziosità di questi personaggi, che il più delle volte pretendono una risposta di cui dettano non solo le misure, ma anche i contenuti, è vero che la disponibilità di un’informazione rapida fa diminuire il bisogno di un’informazione approfondita: una trappola che il pagano dovrebbe evitare, ricordandosi quanto la conoscenza pagana è stata osteggiata nei secoli passati.

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Introduzione alle biblioteche

Conoscere queste differenze e confrontarle con le proprie necessità del momento spinge quindi a individuare meglio lo strumento di ricerca che può aiutarci a soddisfare queste nostre necessità. Nel corso di queste lezioni cominceremo dalle biblioteche, con le quali oggi si tende ad avere meno familiarità rispetto alla rete. O meglio: si pensa che chiunque possa usare un motore di ricerca su internet, ma molti si sentono smarriti di fronte al catalogo di una biblioteca. Oppure immaginano la biblioteca come un luogo polveroso, custodito da un cerbero o un’erinni pronti a staccarvi la mano a morsi piuttosto che farvi sfiorare uno dei loro tesori.

In qualche caso in effetti non si può negare che sia così, ma in altri la biblioteca è più consapevole del ruolo che ricopre di servizio, e sottolineiamo servizio. Esistono diversi tipi di biblioteche e in genere, in base all’impostazione che esse si danno vengono definite, da chi studia biblioteconomia, come biblioteche di conservazione o biblioteche di pubblica lettura. Queste due funzioni delle biblioteche non sono in realtà divisibili così nettamente, perché tutte devono conservare e permettere a chi le frequenta di fruire il patrimonio, solo che le prime si concentrano soprattutto sul mantenere traccia del patrimonio culturale di una nazione, le altre dovrebbero essere più orientate a fornire informazioni aggiornate e rispondenti ai bisogni più immediati della comunità cui fanno riferimento. Tipicamente, appartengono alla categoria delle biblioteche di conservazione le biblioteche nazionali, come la Nazionale Centrale di Firenze, la Nazionale Centrale di Roma, la Nazionale Marciana di Venezia, la Vittorio Emanuele III di Napoli, la Braidense di Milano e così via. Le biblioteche civiche o di quartiere sono in genere impostate invece come biblioteche di pubblica lettura. Dal momento che lo scopo di queste pagine è di dare alcune linee guida su come reperire informazioni, non mi dilungo qui su tutte le varie tipologie di biblioteche che ci sono in Italia e sulla dispersione del patrimonio culturale sul territorio, che è tale che biblioteche anche molto piccole possono avere volumi di notevole valore. Non analizzerò il perché di questo, e mi fermo dicendo che ovviamente la ricchezza e le condizioni delle varie biblioteche variano di regione in regione e di città in città, per cui potreste trovarvi a vivere in una zona molto ricca o molto povera.

Bisogna però sapere che esistono biblioteche pubbliche e biblioteche appartenenti ad enti che, pur essendo pubblici, non gestiscono una biblioteca pubblica. Mi spiego meglio: le università sono enti pubblici, ma le biblioteche delle università non sono biblioteche pubbliche. L’importanza di sapere a quale tipo appartiene la biblioteca in cui ci si vuole recare sta nel fatto che le due tipologie hanno diversi meccanismi di accesso. Nelle biblioteche pubbliche l’accesso è aperto quasi a tutti: ho detto quasi, perché ad esempio nelle biblioteche nazionali entrano soltanto i maggiorenni, mentre le biblioteche civiche spesso hanno una sezione per ragazzi e possono anche decidere di restringere l’accesso dei bambini solo a questa sezione. Non dimenticate, quando andate in biblioteca, di portare con voi un documento di identità, perché alcune possono richiedere la registrazione degli accessi o di fare una tessera che può anche essere temporanea. Non esitate a presentarvi al bancone dell’accoglienza in biblioteca dichiarando di non conoscere il regolamento per l’accesso alla biblioteche perché è la prima volta che ci andate.

Le biblioteche invece che appartengono ad altri enti come ad esempio le università, possono avere i regolamenti più diversi per l’accesso di persone non legate all’ente di appartenenza della biblioteca. Alcune università ad esempio permettono l’accesso alle loro biblioteche a determinate condizioni, come il pagamento di una tessera o la presentazione di alcuni moduli, altre invece richiedono per forza la presentazione da parte di un docente dell’università stessa. Qui si capisce l’utilità dei cataloghi online, che ci permettono di sapere da casa se in queste biblioteche c’è qualcosa che ci serve, prima di andare a domandare un accesso che magari ci verrà negato. Tuttavia, per esigenze di ricerca quali possono essere quelle di un pagano qualsiasi, si può cominciare dalle biblioteche civiche o pubbliche, alcune delle quali sono veramente ricche.

Anche se è possibile andare in biblioteca e scorrazzare tra gli scaffali alla ricerca di ispirazione, il più delle volte abbiamo poco tempo a disposizione e un argomento ben chiaro che ci interessa approfondire: dobbiamo perciò partire dagli strumenti che ci permettono di individuare i libri in cui possiamo cercare risposte alle nostre domande. Questi strumenti sono le bibliografie e i cataloghi, e ne parleremo nella prossima pagina.

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Manuela Simeoni

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