In questa lezione cominceremo a vedere come trovare sui libri delle informazioni che ci possono interessare e parleremo di bibliografie e cataloghi, imparando così qualche termine tecnico usato dai bibliotecari che ci può tornare utile per facilitare la ricerca.
Prima di passare alla seconda parte del ciclo "Il pagano alla ricerca delle informazioni" chiudiamo il discorso sui cataloghi di biblioteca segnalando alcuni cataloghi nazionali su internet da cui si può partire per le proprie ricerche. Per poter individuare questi cataloghi sui siti delle biblioteche, è utile conoscere il loro nome tecnico, con cui spesso sono indicati, anziché con la parola "catalogo": il termine è OPAC, che è una sigla per Online Public Access Catalogue, catalogo online con accesso pubblico. Quando sui siti vedete le indicazioni per l’Opac della biblioteca, sapete che quello è il catalogo, perciò è una specie di parola magica da imparare bene. Per OPAC si intende il catalogo di una biblioteca, ma potrebbe essere anche il catalogo di un gruppo di biblioteche. In questo caso dovrete fare attenzione anche alla biblioteca in cui è collocato il volume che state cercando. Un esempio tipico sono i cataloghi online delle biblioteche delle università: solitamente da una singola schermata di ricerca potete cercare in tutti i cataloghi delle biblioteche dei dipartimenti di cui un’università si compone.
L’esempio più famoso, ed entriamo così nel primo tema di questa lezione, i cataloghi nazionali su internet, è il catalogo di SBN: la sigla sta per Servizio Bibliotecario Nazionale, un organismo che promuove il coordinamento tra le biblioteche italiane e che ha un catalogo collettivo all’indirizzo www.sbn.it. Con questo indirizzo arrivate su una pagina di presentazione dell’OPAC; nel menù di lato a sinistra potete poi scegliere tra la ricerca di base, la ricerca avanzata che prevede l’uso degli operatori logici o booleani di cui parleremo tra qualche riga introducendo l’argomento dei motori di ricerca, la ricerca solo sui libri moderni, solo sui libri antichi e, in fondo al menù, potete andare a vedere quali sono le Biblioteche SBN, cioè le biblioteche che aderiscono al catalogo. Date un’occhiata per vedere se c’è anche la biblioteca del vostro comune o comunque biblioteche vicine; altrimenti, in genere il catalogo online della vostra biblioteca locale è accessibile dal sito del vostro comune. E’ compresa in questo elenco delle biblioteche la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, importante perché, in base alla legge del deposito legale, dovrebbe ricevere una copia di tutto ciò che è pubblicato in Italia, quindi è un buon punto di riferimento per cominciare delle ricerche.
A seconda della materia cui appartiene l’argomento della vostra ricerca, potrebbe esservi utile, anche per sapere cos’è stato pubblicato su quell’argomento, consultare il catalogo di qualche università. Perché la ricerca dia buoni frutti, occorre però conoscere l’università al cui catalogo vi rivolgete: è solo relativamente utile cercare testi di psicologia in un’università che non ha corsi di psicologia, ma potreste avere certamente risultati migliori con un catalogo di un’università con il corso di laurea in psicologia e magari famosa per questo. Così, ad esempio, se avete bisogno di testi di diritto, potreste rivolgervi a Padova o Bologna, se vi servono testi di archeologia a Venezia e così via. Ricordate però quello che si diceva all’inizio, sull’accesso alle biblioteche universitarie: non tutte ammettono utenti esterni all’università, perciò una ricerca sui loro cataloghi potrebbe non essere la fine della vostra ricerca, ma l’inizio, nel senso che poi i testi trovati dovrete andarli a cercare in un’altra biblioteca, se a quella universitaria vi è negato l’accesso.
Oltre ai libri, fonti importanti per la vostra ricerca potrebbero essere anche delle riviste; di solito le riviste, con l’elenco dei numeri presenti, compaiono già nei cataloghi delle biblioteche, ma a volte possono avere cataloghi a parte. Esiste anche un Catalogo Italiano dei Periodici, consultabile su internet e noto con la sigla ACNP. L’indirizzo è http://www.cib.unibo.it/acnp; è un servizio gestito dall’Università di Bologna che vi mette in condizioni di cercare tra le riviste possedute da diverse biblioteche in tutta Italia. Attenzione però: potete cercare il titolo di una rivista e poi, cliccando su biblioteche, vedere quali biblioteche posseggano quella rivista e quali numeri di essa posseggano, ma non potete qui fare la ricerca del singolo articolo: in termine tecnico la messa a catalogo dei singoli articoli di una rivista o dei saggi contenuti in un libro viene detta spoglio e sono poche le biblioteche che lo fanno. Perciò è importante che sappiate leggere una nota bibliografica, come abbiamo spiegato all’inizio del ciclo di trasmissioni: per individuare qual è il titolo reale da cercare nel catalogo, cioè il titolo del "contenitore" del vostro articolo, come può essere il titolo di una rivista. Ricordiamo che il titolo di una rivista in una bibliografia può essere abbreviato, ma che quasi sempre esiste, nel volume in cui compare la bibliografia, una lista di abbreviazioni.
Cosa succede però se, usando un catalogo come SBN o ACNP, scopriamo che il libro o l’articolo di rivista che ci servirebbero assolutamente per la nostra ricerca si trovano in biblioteche troppo distanti da noi? In questo caso dobbiamo verificare se una biblioteca a noi vicina, ad esempio la biblioteca civica del nostro comune o di quello un po’ più grande vicino, offre due servizi che si chiamano "prestito interbibliotecario" (a volte indicato col termine inglese Interlibrary Loan o con la corrispondente sigla ILL) e "document delivery" (letteralmente consegna di documenti o DD). Il prestito interbibliotecario è il prestito di libri tra biblioteche: in pratica, fate richiesta alla vostra biblioteca di poter avere un libro che si trova in un’altra biblioteca. Le biblioteche hanno degli accordi a riguardo e non è difficile che riusciate comunque a procurarvi un volume che vi serve, anche se magari è distante. A seconda del regolamento delle biblioteche coinvolte, potrebbe anche esservi permesso di portarlo a casa. Il Document delivery riguarda invece gli articoli di riviste o i saggi contenuti in raccolte: se avete i loro estremi, cioè rivista o raccolta da cui sono stati tratti (eventualmente anno e numero della rivista), titolo dell’articolo che vi interessa e numeri di pagina (ad esempio da pagina 30 a pagina 42), la biblioteca può contattare altre biblioteche e farsi spedire le fotocopie di quel particolare articolo. Questi due utili servizi, da tenere presenti se vi mancano alcuni documenti indispensabili per la vostra ricerca, sono in qualche caso a pagamento, ma di sicuro il personale addetto vi darà tutte le informazioni a riguardo.
Fin qui abbiamo parlato solo di biblioteche. Nulla vieta però, con le dovute cautele, di cominciare una ricerca a partire da Internet; il motivo per cui abbiamo parlato prima di biblioteche è perché al giorno d’oggi c’è probabilmente meno familiarità con esse che con i motori di ricerca. Tuttavia non sempre conosciamo i motori di ricerca come dovremmo: spesso li utilizziamo solo superficialmente, inserendo frasi costruite più o meno a caso nella maschera di ricerca.
Prima di passare a parlare ai motori di ricerca, diamo un’occhiata ad un argomento di cui vi ho già accennato e che riguarda sia i cataloghi delle biblioteche sia i motori di ricerca su internet: parlo degli operatori logici o booleani. Non vi fate spaventare dal nome: probabilmente li conoscete già sul campo. Sono quelle congiunzioni che compaiono di solito nelle schermate di ricerca avanzata, sia dei cataloghi che dei motori di ricerca, di solito in lingua inglese, AND e OR. Il loro uso è in realtà quasi banale o, per dirla con un gioco di parole, logico, ma forse è bene vederlo.
Questi "operatori" sono congiunzioni, così come lo sono nella lingua comune, che mettono in relazione due termini con cui fate una ricerca. In realtà vengono usati anche nelle ricerche di base, solo che non ce ne accorgiamo perché non abbiamo la possibilità di scegliere tra l’uno e l’altro. Come funzionano è presto detto: la parola AND significa "e" in inglese, la parola OR significa "o"; quindi interrogando un motore di ricerca con l’istruzione "religione AND antica" otterrò tutte le pagine che contengono entrambe le parole e le pagine che ne contengono una sola non rientrano nella lista dei risultati, mentre invece se l’istruzione che do al motore di ricerca è "religione OR antica" otterrò tutte le pagine che contengono almeno una delle parole: quindi non solo quelle che parlano di religione antica, ma anche quelle che parlano di religione cattolica, religione ebraica, religione musulmana, e ancora quelle che parlano di ceramica antica, arte antica, e di qualche via antica di un borgo semisconosciuto, tanto per fare degli esempi. Anche nei cataloghi di biblioteca gli operatori possono essere utili: ad esempio posso cercare tutti i libri che contengono la parola "commedie" nel titolo AND (cioè e) il nome "Aristofane" nel campo dell’autore, in modo da evitare raccolte di commedie di Menandro, Plauto, Terenzio, ma anche Goldoni e Pirandello, per non limitarci agli autori antichi.
L’uso di AND restringe molto il campo della ricerca e potrebbe quindi sembrare che questo sia l’operatore più vantaggioso: è quello che nella maggior parte dei motori di ricerca viene automaticamente usato dal motore quando fate una ricerca con più parole (fate una prova con Google, per citare il più famoso, e rendervene conto subito). Non è detto però che sia il più adatto in tutti i casi, perché se ad esempio sto facendo una ricerca a 360º sulla figura di Dioniso o Bacco, già nel modo in cui l’ho detto capite che potrebbe essere più utile usare l’operatore OR, in modo da ottenere tutte le pagine che parlano di Dioniso e tutte quelle che parlano di Bacco. Il modo in cui ogni motore di ricerca o catalogo usano gli stessi operatori cambia a seconda del motore di ricerca o del catalogo, perciò, non potendo sfogliarli tutti qui, dovrete fare un po’ di pratica.
Come avete visto, abbiamo già cominciato a sottolineare qualche differenza tra catalogo e motore di ricerca: un catalogo presenta le informazioni divise in campi, cioè a seconda del tipo di informazione, come possono essere titolo, autore, editore ecc… mentre un motore di ricerca scorre tutta la pagina alla ricerca delle parole richieste: se in una pagina ci fosse un elenco di libri e noi cercassimo nella pagina la parola "Aristofane", il motore di ricerca ce la segnalerebbe senza far caso se si tratta di autore, soggetto del libro, parola del titolo o di un ipotetico editore che si chiami così.
Nella prossima puntata vedremo meglio i motori di ricerca: ad oggi, anche se i più usati si contano sulle dita di una mano, ce ne sono parecchi e non potendo analizzarli tutti in dettaglio, o mettere le mani sugli algoritmi che danno origine ai risultati e che sono formule segrete, parleremo dei dieci criteri di base che sono gli ingredienti di questi algoritmi, del significato di richiamo e precisione e di qualche consiglio su come rendere più efficace la propria ricerca.
Manuela Simeoni
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