Alla fine della lezione precedente ci eravamo lasciati con alcuni punti di domanda: è vero che Internet consente a tutti di accedere all’informazione in ugual modo? E’ vero che Internet contiene la risposta a tutte le domande, così come qualcuno sembra voler credere? E oggi ce ne aggiungiamo un altro: come si fa a capire l’attendibilità dei siti web?
In effetti la vastità di internet è tale che chi naviga alla ricerca di informazioni può trovarsi davanti alla soluzione ai propri problemi come di fronte ad un sito che può causarne ancora di più. E’ il caso dei cosiddetti hoax, i falsi allarmi, che girano via email. Sicuramente anche voi ne avete ricevuti: io ad esempio ricordo uno di questi che metteva in guardia le donne contro il cloro utilizzato come sbiancante negli assorbenti femminili, il quale causerebbe danni gravissimi all’organismo umano perché produce diossina. La mail raccontava la cosa con dovizia di particolari e l’appello era anche firmato a nome di una ginecologa dell’ospedale di Mantova, se ben ricordo; non c’erano frasi sospette, il linguaggio era scientifico al punto giusto, c’era il nome di una dottoressa, la descrizione della trasformazione del cloro in diossina era corretta. Ma l’insieme era errato: la dottoressa non esisteva, non esistevano le ricerche che venivano citate e l’uso del cloro è vietato persino nello sbiancamento della carta che utilizziamo per scrivere perché inquina le acque, figuriamoci nello sbiancamento di materiale igienico, considerando che l’acqua ossigenata costa meno e ha analoga azione ossidante, ma con meno residui tossici ed è quindi più conveniente. Sapendo che ci sono state e ci sono informazioni di questo tipo che vengono nascoste per lungo tempo, alcune persone si allarmano subito senza controllare e il semplice fatto che qualcosa giri su internet in questo modo è per qualcuno una garanzia della sua veridicità, perché l’informazione in questione deve essere per forza sfuggita ai poteri forti che vogliono tenercelo nascosto e quindi è vera. Per verificare questo meccanismo psicologico, anni fa era stato fatto girare un appello che chiedeva di firmare in favore della messa al bando dell’ossido di diidrogeno, composto rilevato nel 99% dei tumori e purtroppo presente in molti cibi e bevande che ingeriamo e addirittura nell’aria. Molti hanno risposto all’appello, dimostrando così non solo il meccanismo di cui parlavamo, ma anche il potere che la conoscenza dona (e per questo, insisto, un pagano deve darsi da fare su questo fronte): l’ossido di diidrogeno è un composto di un atomo di ossigeno e due di idrogeno, cioè H2O, l’acqua.
Certo, per il tipo di ricerche che un pagano può condurre in rete relativamente al proprio cammino religioso, è difficile arrivare a questi livelli di incertezza, ma è comunque importante che si sappiano distinguere le opinioni personali dai dati di fatto, quando si legge una pagina web. Pensiamo ad esempio alle leggi che vengono emanate relativamente a blog, siti e podcast: queste vengono normalmente rilanciate dai diretti interessati, i quali però a loro volta rilanciano da altri interessati, magari senza essere riusciti a leggere il testo della legge vero e proprio. Capite bene cosa può succedere, soprattutto in ambiti, come quello della libertà di religione e di espressione che sono molto delicati, ambiti che toccano emotivamente le persone, che sono quindi più pronte a sfoderare le zanne che a documentarsi per proprio conto. Una stessa legge di partenza potrebbe essere migliore o peggiore di come ci viene descritta. Se però non la leggiamo, seguiremo la massa e finiamo fuori strada. Non facciamoci pecore anche noi pagani. Da piccoli avete mai giocato al telefono senza fili? Un gruppo di bambini, più numeroso è e meglio è, siede in cerchio; il primo bambino dice una parola all’orecchio del secondo bambino, che la dice nell’orecchio al terzo e così via, fino ad arrivare all’ultimo che dice a voce alta la parola che gli è arrivata. Non è mai la stessa che è partita.
Questo avviene anche su Internet, dove la verifica sulle fonti non è sempre facile. Non sto dicendo che si debba far riferimento solo a cose già scritte e convalidate: semplicemente opinioni e deduzioni personali devono essere ben distinte dai dati, e questo vedrete che è chiaro nei siti internet più seri e affidabili.
Nel paganesimo c’è una forte componente di sperimentazione personale, c’è anche chi pratica viaggi sciamanici o esperienze di alterazione della percezione, esperienze del tutto personali e difficilmente trasmissibili attraverso le parole. C’è l’intuizione del divino nel mondo, che tende a sfuggire alla descrizione che possiamo darne. Ma non possiamo farci novelli seguaci di un Giovanni qualsiasi che ha le visioni della prossima apocalisse. Né, quando ci rifacciamo ai culti di popoli storicamente esistiti, possiamo confondere la nostra elaborazione personale, il nostro paganesimo nel mondo attuale, con quello che si sa, spesso poco, del paganesimo di quel popolo antico. Se dovessimo dar retta a certi siti wicca americani, l’Italia è piena di streghe e riti ad ogni angolo, perché qui è vivo, fin dai tempi antichi, il culto di Aradia. Che ne dite, pagani italiani?
Il punto centrale della questione è che su Internet, sembra una banalità, c’è solo quello che vi viene messo. Da internet non possiamo controllare il testo delle citazioni bibliografiche fatte in un sito, non troviamo la parola di tutti. Pensiamo alle organizzazioni pagane o religiose estranee ai tre grandi monoteismi, delle quali in genere è più facile trovare chi ne parla male: anche su Wikipedia, dove alcuni utenti hanno festeggiato lo sblocco della pagina su Scientology perché erano ansiosi di poter dire che era una setta. Tra l’altro, il sistema di creazione di Wikipedia, rende il sito particolarmente vulnerabile alle guerre tra utenti e anche alla disinformazione: in teoria gli utenti dovrebbero controllare l’uno l’operato dell’altro, ma come si possono controllare tutte le pagine? E come gestire i criteri di "interesse generale" per l’inserimento di una nuova voce e di imparzialità, cosa difficilmente raggiungibile per quei settori in cui le persone sono toccate emotivamente (religione, cure mediche, cospirazionismo)? Senza contare che poi gli utenti sono anonimi e i cambiamenti che possono apportare alle pagine sono minimi: basterebbe, ad esempio, fare una piccola modifica in una pagina di fisica, ritoccando un numero di qualche costante, per invalidare tutte le informazioni. Certo, magari qualcuno se ne accorgerebbe prima o poi, ma intanto l’informazione sbagliata sarebbe passata da qualche parte e magari ridiffusa. Perciò, se potete, fate sempre dei controlli sulle informazioni che ottenete anche dalla rete, anche in base all’uso che ne intendete fare dopo, oltre che in base al tipo di informazione. Conoscere il percorso personale di un altro pagano ovviamente non richiede verifiche particolari, ma sapere quali effetti avrà una certa legge sul vostro blog sì. Chiedetevi anche chi vi sta dando una certa informazione e perché.
Alla fine quindi il vostro successo nella ricerca dipende dall’abilità di utilizzare la fonte di informazioni più adatta alla vostra ricerca, cioè dovete scegliere dove guardare in base all’oggetto della vostra ricerca, allo scopo e al tempo che potete dedicargli. Sembra una banalità, ma in realtà occorrono diversi tentativi, e una conoscenza minima dei metodi di ricerca, come quella che abbiamo cercato di procurarci con questo ciclo "Il pagano alla ricerca dell’informazione".
Una volta che avete l’informazione e avete completato la vostra ricerca, potrebbe essere d’aiuto per altri pagani una qualche pubblicazione di essa, che può essere una pagina web, una relazione orale, un podcast, un blog, un video e quanto altro vi viene in mente o potete fare. La trasmissione delle informazioni sarà il tema dell’ultima puntata del ciclo "Il pagano alla ricerca dell’informazione", con qualche consiglio su come presentare al meglio quello che avete elaborato, questo mattoncino dell’edificio del paganesimo.
Manuela Simeoni
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